Tentato omicidio Villella, arrestati presunti killer

Strangis ChiricoSono finiti in carcere dopo la condanna a sedici anni per il tentato omicidio di Antonio Villella, 42 anni, avvenuto a Lamezia Terme il 5 dicembre 2008. Una condanna arrivata il 9 giugno dello scorso anno con il rito abbreviato e che ha aperto le porte del carcere per Pino Strangis, 43 anni, e Domenico Chirico, 36. L'accusa nei loro confronti, ricostruita dalla squadra Mobile di Catanzaro, e' quella di essere gli esecutori del tentato omicidio. Un attentato eclatante, avvenuto nello scontro di mafia tra la cosca Giampa' da una parte e la cosca Torcasio, Cerra e Gualtieri dall'altra. Uno schema che a Lamezia Terme ha scatenato una faida infinita, con decine di morti ammazzati. La sentenza di condanna, basata sulla ricostruzione della polizia, ha evidenziato anche i ruoli di quell'agguato: Strangis sarebbe stato l'esecutore materiale, entrando in una sala giochi affollata di gente ed esplodendo alcuni colpi di arma da fuoco nei confronti di Villella, incurante della presenza di tante persone. Chirico, invece, avrebbe guidato la moto con cui i due avrebbero raggiunto il luogo dell'attentato, per poi fuggire subito dopo. Villella si sarebbe salvato grazie alla prontezza di riflessi avuta nel rifugiarsi subito nel bagno della sala giochi. L'omicidio, invece, sarebbe stato ordinato da Vincenzo Bonaddio, 59 anni, elemento di vertice della cosca Giampa'.

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La decisione sarebbe stata assunta perche' Villella, che sarebbe stato legato al clan dei Torcasio, Cerra, Gulatieri, sarebbe stato ritenuto uno dei killer di Pasquale Giampa', detto "Buccaccio", fratello del capo cosca Francesco. Da qui la decisione di vendicare quel delitto, colpendo proprio Villella. L'ordinanza di custodia cautelare per i due killer condannati con il rito abbreviato e' stata emessa dal Gip del tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica guidata da Nicola Gratteri. Strangis e' stato associato nella casa circondariale di Catanzaro, mentre Chirico ha ricevuto la notifica nella casa circondariale di Melfi, dove e' detenuto per altra causa. (AGI)