L'inferno di Scordovillo, campo rom dove trionfano il degrado e l'illegalità. Omicidio Berlingeri punta di un iceberg

lameziaterme camporomscordovillo2Un concentrato di baracche, lamiere e container, senza fogna, con allacci abusivi alla rete elettrica e in piena emergenza sanitaria. Questo e' il campo rom di Scordovillo di Lamezia Terme, scenario dell'omicidio di Luigi Berlingeri, il cinquantenne ucciso giovedi' a colpi di fucile solo per avere provato a sedare una lite. Entrare nel campo e' difficile persino per le forze dell'ordine, costrette ad intervenire con veri e propri blitz che, negli anni, hanno permesso di arrestare diversi responsabili dei reati piu' disparati. Qui la gran parte vivono di espedienti, tra furti, rapine, gestione illecita di rifiuti e il classico furto di auto per attuare il "cavallo di ritorno" o rivendere parti al mercato nero. Scordovillo e' una vera e propria bomba ecologica ed ambientale. All'interno, infatti, ci sono ammassi di rifiuti di ogni genere, molti dei quali scarti di oggetti rubati, tra cui gomme di autovetture e molto altro. Ed e' da qui che si levano, periodicamente, colonne di fumo dense e nere. L'unico modo per eliminare questo coacervo di spazzatura di ogni genere e' proprio il fuoco, con buona pace per ogni possibilita' di tutela ambientale e della salute pubblica. All'interno del campo, tra topi, animali e sporcizia, vivono un centinaio di famiglie, ma nessuno sa realmente quanti siano i "residenti". Nel 2011 l'allora procuratore della Repubblica di Lamezia, emise un'ordinanza di sgombero, ma il provvedimento non venne mai attuato. Un tema su cui e' tornato oggi il questore di Catanzaro, Amalia Di Ruocco: "La questione del campo rom e' stata affrontata in varie riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, sia con la precedente amministrazione che ora che il Comune e' guidato da una commissione straordinaria antimafia. Dovrebbe esserci, a breve, un censimento del Comune sul campo rom. La decisione se chiudere o meno non spetta alla polizia. Il problema - ha aggiunto - sara' capire dove portare queste persone, e questo possiamo capirlo solo dopo avere avuto un censimento".

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Alcune centinaia di persone, dunque, dovranno essere censite, verificate e controllate anche rispetto ad eventuali obblighi di assistenza alloggiativa. Quella che doveva essere un'area di passaggio, d'altronde, e' diventata una baraccopoli fissa. Anche l'attuale procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, ha evidenziato la realta' di Scordovillo e le eventuali decisioni da assumete: "Il problema principale e' di natura politica e amministrativa, rispetto all'opportunita' di mantenere un insediamento rom di questa portata, cosi' come pure la necessita' di bonificare le aree dal punto di vista ambientale. La commissione straordinaria ha lavorato in sinergia con le altre istituzioni, affrontando questa problematica. Come procuratore - ha sottolineato - posso dire che c'e' attenzione investigativa non indifferente nei confronti di questo insediamento ed i procedimenti incardinati approderanno a risultati. Esiste un problema dal punto di vista giudiziario e criminologico, anche rispetto all'alta percentuale di riconducibilita' dei reati a soggetti che appartengono al contesto del campo rom. Questo - ha concluso Curcio - rappresenta una criticita' da affrontare con gli strumenti che la legge ci attribuisce, ma la dimensione e' piu' ampia". (AGI)