Drosi (Pd): "Stupisce posizione commissario Graziano su primarie"

"Stupiscono davvero le dichiarazioni del Commissario regionale del Pd, Stefano Graziano, che definisce 'l'ennesima forzatura del presidente uscente' la firma del decreto, da parte di Mario Oliverio, che prevede la convocazione dell'elezioni primarie per la data del 20 ottobre 2019. E stupiscono ancor di piu', perche' il consigliere regionale della Campania, Graziano, dovrebbe sapere che si tratta di un atto dovuto, previsto dall'art. 5 della legge regionale n 25 del 17 agosto 2009". E' quanto afferma, in una nota, il presidente dell'assemblea provinciale del Pd di Catanzaro, Michele Drosi.

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"Non dare corso al dettato legislativo, pertanto - prosegue Drosi - avrebbe sicuramente comportato una grave omissione, impedendo a coloro che volessero utilizzarle di poterlo fare. Le vere forzature, quindi, sono quelle praticate, da tempo, dal commissario regionale che, piuttosto che occuparsi dei precari del comparto sanitario, del 'decreto salute' che tanti guasti sta provocando sulla pelle dei cittadini calabresi, della riorganizzazione del partito attraverso la celebrazione del congresso, si e' limitato, invece, nel corso di questi mesi, con una ostinazione, questa si', degna di miglior causa, a contrastare, da Napoli, Oliverio e a negare in maniera pregiudiziale e antidemocratica quanto richiesto a gran voce da tantissimi calabresi e quanto previsto dallo Statuto del Pd, come elemento fondativo e costitutivo, cioe' di poter svolgere le primarie".

"Come - sostiene ancora Drosi - del resto si e' sempre fatto in questi anni per eleggere i segretari nazionali, per ultimo Zingaretti, i segretari regionali, i candidati a premier, i sindaci e i presidenti delle Regioni. Nessuna lacerazione, quindi, ma una pratica democratica che ha consentito e consente, in presenza di diverse opzioni, di poter compiere una scelta. Richiamare, poi, continuamente i costi che sono necessari per garantire l'esercizio democratico da parte dei cittadini, non fa altro che alimentare quel populismo e quella demagogia spicciola, che sono il marchio distintivo del M5S, al quale il Pd sta elemosinando un'alleanza a tutto campo, che, tra l'altro, i grillini non intendono in nessun modo perseguire".