Prima le intimidazioni per “liberare” il terreno, poi il tentato omicidio: così operava l'associazione a delinquere per il business illegale del legname

cc fangorn E' un allevatore la persona vittima del tentato omicidio avvenuto nel gennaio del 2018 nel Cosentino. Il fatto fece scattare le indagini che oggi hanno portato al fermo di 15 persone accusate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al taglio ed alla ricettazione di legname, furto di autovetture, estorsione, furti in abitazione, incendi e riciclaggio, oltre che di tentato omicidio.
L'allevatore rimase illeso perche' i colpi sparati con un fucile finirono sul montante della sua auto. Gli investigatori hanno accertato come una vera e propria organizzazione avrebbe gestito le attivita' di taglio abusivo di legname nelle aree montane di Rossano e come, a vario titolo, i partecipanti all'associazione avrebbero dato il loro contributo sia nel vero e proprio taglio, ma soprattutto nella ricettazione del legname che veniva poi stoccato in alcune aree o magazzini e rivenduto ai consumatori finali: le attivita' di taglio, come verificato attraverso sopralluoghi tecnici, avvenivano per lo piu' in aree demaniali, regionali e comunali tra cui alcune sottoposte a vincolo comunitario, poiche' riconosciute da normative europee quali Siti di Interesse Comunitario "Habitat". Per effettuare le operazioni di taglio, alcuni degli indagati inoltre, avrebbero effettuato una serie di furti di fuoristrada che venivano poi trasferiti in aree difficilmente accessibili nelle zone boschive di Rossano e Longobucco ed utilizzati per il trasporto del legname.

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Proprio la volonta' di sfruttare le aree naturali sarebbe anche alla base di un tentativo di estorsione nei confronti del l'allevatore sfuggito all'agguato, e commesso da quattro degli indagati nel novembre 2017, quando la vittima, recandosi presso il proprio appezzamento di terreno trovo' un ovile completamente bruciato denunciando anche il furto di alcuni capi di bestiame e l'uccisione di altri. Da quanto ricostruito nel corso delle investigazioni, il gesto avrebbe voluto incutere timore all'allevatore, costringendolo a liberare il proprio terreno al fine di avvantaggiare gli interessi e le dinamiche criminali dell'associazione. Dalle indagini e' emerso come, in talune aree montane di Rossano due dei fermati avrebbero posto in essere anche delle estorsioni consumate in danno di dieci proprietari di immobili: questi ultimi, sotto la minaccia di danneggiamenti ed angherie avrebbero sborsato una quota annuale per le attivita' di controllo, la cosiddetta guardiania nonche' per i lavori di manutenzione necessari nel corso dell'anno. Ad alcuni degli indagati, poi, vengono contestati una serie di furti in abitazione avvenuti in Corigliano Rossano tra il marzo e l'aprile 2018, nel corso dei quali venivano asportati vari suppellettili, attrezzi agricoli ma anche elettrodomestici: in taluni casi venivano appiccati anche degli incendi all'interno delle abitazioni, creando maggiormente danno ed ingenerando un particolare allarme sociale nella popolazione. Dodici indagati sono stati rinchiusi nel carcere di Castrovillari, mentre due donne sono finite agli arresti domiciliari.