La 'ndrangheta brinda con i vini della Cantina Zito

vinozitodi Claudio Cordova - Domenico Palmieri, Tommaso Capristo, Mario Campiso e Annibale Russo sono considerati gli emissari delle cosche Farao e Marincola nel territorio tedesco del Baden Wurttenberg, con il compito di monopolizzare il mercato dei prodotti ortofrutticoli e il pescato nel territorio estero di riferimento, nonché con il compito di commercializzare, imponendoli, i prodotti anche vinicoli realizzati dalle imprese di 'ndrangheta sedenti nel territorio cirotano, fra i quali l'azienda vinicola dei F.lli Zito; riscuotendo i relativi crediti dai ristoratori presso cui i prodotti venivano imposti e consegnando il danaro così realizzato ai plenipotenziari della cosca fra i quali Giuseppe Spagnolo. L'azienda vinicola Zito, infatti, sarebbe stata nelle mani delle cosche del Crotonese, così come sostenuto dall'inchiesta "Stige", curata dalla Dda di Catanzaro. Nei guai finiscono proprio i fratelli Zito, Francesco e Valentino, perché,, nella loro qualità di imprenditori e gestori di fatto dell'impresa "SOCIETA' AGRICOLA ZITO & F.LLI S.N.C.", pur non essendo inseriti stabilmente nella struttura organizzativa del sodalizio, concorrevano in esso, assistendo ed adiuvando, attraverso condotte attive e/o passive, le finalità delle associazioni di tipo 'ndranghetistico denominate "locale" di Cirò, fornendo un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo ai componenti dell'associazione si da agevolare le attività del medesimo sodalizio; in particolare, ma non solo, nelle loro qualità: su disposizione dei plenipotenziari della cosca, producevano una vera e propria linea di prodotti vinicoli, che venivano imposti sia in Calabria che in Germania dai plenipotenziari della cosca e cioè da Pino Sestito e Francesco Tallarico; con tali condotte agevolando le attività del sodalizio che risultava rafforzato nella sua capacità operativa ed economica, ossia dalla possibilità di introdursi nel ramo commerciale della rivendita del vino in territorio nazionale ed estero, , con un accresciuto senso di sicurezza e una maggiore manifestazione della capacità di condizionamento imprenditoriale e finanziario del territorio, tra l'altro resa vieppiù manifesta dalla possibilità di introdursi "nell'economia legale", notoriamente assistita dall'introito di cospicui ricavi. Ancora, recuperavano i propri crediti per il tramite della carica d'intimidazione dei plenipotenziari della cosca, verso la "bacinella" della quale distraevano parte degli utili conseguenti l'attività della loro impresa.

--banner--

Grazie all'esperienza acquisita nel settore ed alle conoscenze consolidate, Sestito progettava di commercializzare una linea di vini, commissionando alla Cantina dei F.lli Zito, nota azienda del settore, un'etichetta denominata "Zu' Lorenzo", commemorativa del di lui padre, Lorenzo Sestito.

Vino rosso, bianco e rosato.

Una prima conversazione, inerente il citato progetto imprenditoriale, veniva registrata in data 25/11/2016 ed aveva come protagonisti Giuseppe Sestito, Domenico Mauro ed un uomo successivamente riconosciuto nel rappresentante di liquori Giovanni Bastone. Il colloquio verteva proprio sulle modalità di commercializzazione del vino "Zu Lorenzo". Sestito riferiva ai suoi interlocutori dati di estrema importanza che facevano intendere come tutta la produzione e commercializzazione ufficiale di quel vino dovesse figurare in capo alle Cantine "Zito" "...Per quanto riguardo il vino...solo che noi dobbiamo lavorare con la cantina per quanto riguarda le fatture e le cose. Lei avrà a che fare solo con la cantina..."ma anche, nel contempo, come fosse in realtà un prodotto creato e gestito da Sestito, prodotto su cui l'organizzazione si sarebbe dovuta operare per raggiungere grandi quantitativi di vendita "...Noi dobbiamo portare solo questi tre vini però, più includere a gennaio il quarto..."omissis "...solo Zu Lorenzo..." omissis "...Non la linea di Zito ...a me interessa che voi portate avanti 'ste...'ste...'ste quattro cose...".

Alla conversazione partecipan anche i titolari della cantina Zito, i fratelli Valentino e Francesco i quali, ricalcando le parole che erano state proferite poco prima da Sestitot, illustravano al futuro rappresentante dei loro prodotti le linee guida dettate proprio dal boss cirotano, ovvero la sola commercializzazione del vino da questi ideato "...in questo momento ci sarebbe la disponibilità ovviamente solo del marchio Zu Lorenzo...". Il vino "Zu Lorenzo", sebbene prodotto in tutto e per tutto dalla cantina Zito era commercializzato in via esclusiva da Sestitot "...però gestiscono, producono, imbottigliano sì però alla vendita ci devo pensare io..." ed un secondo relativo ai progetti messi in campo per la vendita, anche all'estero, di tale vino "...Eppure sono due anni che ci stiamo lavorando eh! Ad esempio, in Germania, lavoriamo bene, lì sta andando proprio bene...". Proseguendo la discussione Sestito aveva modo di riferire a Bastone ulteriori dettagli in ordine all'idea di iniziare a commercializzare il vino "Zu Lorenzo". Sestito confermava che anche il nome scelto per l'etichetta era legato alla commemorazione del padre defunto e di come, inizialmente, detto vino fosse venduto per il tramite dell'agriturismo che gestiva con la sua famiglia "...Poi è morto papà, è morto papà e ho detto ora che devo fare? Mi sembra brutto no?! E gli ho fatto fare...gli ho fatto fare la bottiglia, quella...quell'etichetta e lo davo solo a lui, il vino lo davo solo a lui. Tre anni fa abbiamo...abbiamo aperto un agriturismo qui a Cirò Marina, abbiamo aperto l'agriturismo ho detto ora sta male dare dare...a dare il vino doc normale, no?! Facciamo una cosetta particolare ed è uscita fuori la riserva e se lei assaggia la riserva del 2009 è una cosa...è fuori dal normale!...". Avendo il vino riscosso successo tra i consumatori, Sestito decideva di spostare la produzione vendendolo all'ingrosso "...Poi abbiamo chiuso l'agriturismo, il vino andava, ho detto scusa ormai abbiamo cominciato, che facciamo?! E l'abbiamo inserito lì all'ingrosso...".

In una ulteriore conversazione Sestito, discutendo con Valentino Zito (ed altre persone rimaste ignote) faceva presente la necessità di dover inviare del vino "Zu Lorenzo" a Platì (RC). I riferimenti effettuati dai due interlocutori e la previsione di cautele da adottare per il trasporto del vino facevano chiaramente intendere come si trattasse di una fornitura a 'ndranghetisti di quell'area geografica. I due interlocutori infatti ipotizzavano tutti gli escamotage possibili per evitare che eventuali controlli potessero ricondurre ad un rapporto tra Sestito ed i destinatari della fornitura. Al fine di raggiungere più mercati possibili, infatti, SESTITO intendeva avvalersi della ditta dei Quattromani per la distribuzione. Ne nasceva quindi una discussione tra Giuseppe Sestitot ed Eugenio Quattromani nel corso della quale si concordavano i termini mediante i quali inserire l'etichetta "Zu Lorenzo" tra le bevande distribuite dalla TRE Q. Eugenio Quattromani spiegava che era necessario avere un mandato dalla cantina Zito (che produceva il vino) per commercializzare quel prodotto. Sestito però era chiaro sul fatto che i loro rappresentanti avrebbero dovuto proporre esclusivamente l'etichetta "Zu Lorenzo" e non gli altri prodotti di quella cantina "...non abbiamo fatto niente, se lui fa Zito e Zu Lorenzo non abbiamo fatto niente per questo gli conviene a Francesco... lui deve vendere solo Zu Lorenzo quale Francesco... quale Zito, non può vendere Zito e Zu Lorenzo sempre lo stesso vino vende?..."

All'inizio del 2017, i Carabinieri del Ros intercettano alcune conversazioni ambientali tra Francesco Tallarico e Rocco Crivaro, fratello di Francesco, ritenuto un esponente della 'ndrangheta crotonese in Lombardia(di lui parla il collaboratore di giustizia Francesco Oliverio). Tallarico riferisce di essere da poco rientrato da un viaggio in Germania e Svizzera (faceva riferimento al viaggio effettuato il precedente mese di Gennaio). Nel corso di una prima captazione si sofferma sull'esportazione di prodotti vinicoli in Svizzera e Germania, che coordinava, quantificando peraltro un ingente volume d'affari "... ho detto ... siamo andati in Svizzera ... quando siamo arrivati in ... dopo siamo andati a Lugano ... omissis ... abbiamo trovato a uno che ha assaggiato il vino ...(incomprensibile)... noi siamo andati ed abbiamo portato un cofano di vino giusto cosi per regalarlo ... per farlo vedere ... Quel vino là è fatto proprio di vino ... non è roba fatta .... Hai capito com'è? ... omissis ... infatti sono un milione di bottiglie e sono finite ..." (dalle ore 11:51 del 08/02/2017 (progr.1888 – R.Int. 1209/16 – IMEI n. 35576307747773),

Le captazioni confermano l'impegno diretto da parte di Pino Sestito nel commercializzare i prodotti delle cantine Zito. In particolare, un linea di vini denominata "Zu Lorenzu" che evocava il padre defunto di Pino Sestitot. Una prima conversazione si intercettava in data 5.5.2016 nell'ambito dell'operazione "Jonny", che ha svelato l'infiltrazione della cosca Arena nel Cara di Isola Capo Rizzuto. La conversazione interveniva presso gli Uffici della Società Quadrifoglio che gestiva, in regime di subappalto, il servizio mensa presso il CARA di Isola di Capo Rizzuto. Antonio e Fernando Poerio parlano con Mario Falcone che sconsiglia loro di investire nella commercializzazione del vino. Infatti, Falcone raccontava che si era dovuto necessariamente impegnare per vendere in Germania il vino di Pino Sestito cui alludeva con l'espressione: "quello di Cirò, il compare Pino".

Pochi mesi fa, i Carabinieri registrano una conversazione tra Francesco Tallarico, Giuseppe Sestito e taleSalvatore, gestore di un locale in territorio tedesco. Durante il colloquio è proprio Tallarico che si informa sul vino utilizzato da Salvatore e altresì se con Peppe (Giuseppe Spagnolo, uomo forte del clan), vi fossero state particolari problematiche "...Spiegami una cosa Salvatò... ma tu hai avuto a che fare con Peppe per questioni di vino? Eh? Non ti sei trovato bene? ...[pausa di silenzio]... dimmi la verità...". Salvatore, timoroso e restio nel riferire il suo pensiero, sottolineava la cattiva qualità del vino "Desirèe" "...Quel vino ...(incomprensibile)... non è che era tanto buono... capisci? Era ...(incomprensibile)... un vino da tavola ...omissis... Desirèe...". In tale ambito era proprio Sestitot che con il suo carisma criminale, interveniva nel discorso affermando "...Qualcosa dovresti venderla perché noi siamo amici..." inducendo in tal modo Salvatore ad acquistare il vino "Zu Lorenzo"[1].

Per gli inquirenti, emerge dunque la consapevolezza dei due fratelli Zito di apportare un significativo contributo al sodalizio, con reciproco vantaggio economico. Emblematico di tale consapevolezza sarebbe il contenuto della conversazione registrata in data 09/12/2016 ed intercorsa tra Giuseppe Sestito e Valentino Zito nella quale si fa riferimento ai vino da inoltrare con molta cautela a gente di Roma e di Platì. Ma è la conversazione registrata in ambientale tramite spyware il 25.11.2016 quella che "inchioda" i due ZITO. I due fratelli ripetevano a Giovanni Bastone, che sarebbe stato il futuro rappresentante dei loro prodotti, le linee guida dettate proprio dal boss cirotano, ovvero la sola commercializzazione del vino da questi ideato "...in questo momento ci sarebbe la disponibilità ovviamente solo del marchio Zu Lorenzo...". Valentino Zito specificava altresì che, sebbene avesse la possibilità di dotare il rappresentante di altri prodotti della sua cantina, in quel momento storico aveva la necessità di far fede a patti che erano stati stretti con Giuseppe Sestito, presente al momento della discussione "...potrei fare anche Zito, però in questo momento noi abbiamo iniziato un percorso...". Era proprio Giuseppe Sestitot che, intervenendo nella discussione, dettava i prezzi ai quali il vino "Zu Lorenzo" doveva essere commercializzato, ribadendo che il vino "Zu Lorenzo", sebbene prodotto in tutto e per tutto dalla cantina Zito, era commercializzato in via esclusiva dallo stesso Sestito"...però gestiscono, producono, imbottigliano sì però alla vendita ci devo pensare io...", aggiungendo che si trattava di una linea da tempo studiata per la Germania "...Eppure sono due anni che ci stiamo lavorando eh! Ad esempio, in Germania, lavoriamo bene, lì sta andando proprio bene..."