Incendio camion AVR a Condofuri: un arresto

casilicamionbruciatoNelle scorse ore, a Condofuri (RC), i Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Andrea Casili classe 80, pregiudicato di Condofuri, accusato di danneggiamento e tentata estorsione, aggravati dalle modalità mafiose.

Il provvedimento scaturisce da una meticolosa attività investigativa svolta, sotto le direttive della Direzione Distrettuale Antimafia reggina, dai militari della Stazione Carabinieri di Condofuri San Carlo, che ha consentito di raccogliere chiarissimi ed univoci elementi di colpevolezza a carico del 38enne, riconosciuto quale responsabile, in concorso con altri soggetti allo stato ignoti, dell'incendio di un autocompattatore ai danni della A.V.R. Spa, ditta al tempo incaricata del servizio di nettezza urbana in quel Comune.

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In particolare, all'incirca alla mezzanotte di domenica 18 maggio 2014, all'interno delle pertinenze dell'ex plesso scolastico "Bachelet" di Condofuri Marina, è stato dato alle fiamme un autocompattatore del valore di oltre 150mila euro, appartenente alla ditta A.V.R.. Le fiamme, poi, hanno interessato, danneggiandoli irreparabilmente, anche altri due mezzi d'opera appartenenti all'amministrazione comunale.

Sin dalle prime battute d'indagine, l'episodio è stato inquadrato nel chiaro intento della locale cosca di 'ndrangheta Rodà-Casile di affermare il proprio "controllo" del territorio e, nello specifico, sulle attività economiche che colà esercitano.

In particolare, l'evento è stato qualificato come ritorsione contro la società A.V.R., per non aver autorizzato l'assunzione di alcuni personaggi ritenuti contigui alla cosca, tra i quali l'odierno arrestato: in tale contesto sarebbe maturata la decisione di dare esecuzione al grave danneggiamento.

Già nell'immediatezza dei fatti i Carabinieri hanno raccolto importanti elementi indiziari a carico di Casili, suffragati dalle dichiarazioni di alcuni testimoni che lo avevano notato nei presi dell'ex edificio scolastico, in orari compatibili con il danneggiamento e dai successivi riscontri investigativi.

Pochi mesi dopo l'accaduto peraltro, taluni sospetti sullo spessore criminale di Casili hanno trovato conferma all'esito di una perquisizione domiciliare svolta di iniziativa dagli stessi militari della Stazione, che presso l'abitazione reggina di Casilihanno rinvenuto una pistola con matricola abrasa e lo hanno arrestato, in flagranza di reato, per detenzione illecita di arma da fuoco.

Al termine delle formalità di rito, Casili è stato tradotto presso la casa circondariale di Reggio Calabria-Arghillà.