"Il Sud merita uguaglianza, non differenziazioni"

pitittogregorioLa CGIL di Reggio Calabria – Locri, in qualità di organizzazione sindacale che promuove e auspica uno sviluppo di qualità per la città e per la regione intera, si sente chiamata in causa da alcune delle affermazioni rilasciate nel corso di un'intervista pubblicata sul nostro quotidiano "Il Dispaccio" dal presidente di Confindustria Reggio Calabria Giuseppe Nucera.

"Dato atto al Governo regionale ed alla Città Metropolitana di avere proficuamente collaborato affinché quella di Gioia Tauro non fosse l'unica porzione di territorio reggino ricadente nel perimetro della Zes, è necessario vigilare affinché vengano individuati fondi aggiuntivi regionali e affinché siano accresciute le risorse dei contratti di sviluppo e della Legge 181 per le aree industriali colpite da crisi. Queste sono le battaglie che vedranno impegnata la CGIL.
In merito alla "sburocratizzazione", posto che nell'ambito delle Zes i tempi per autorizzazioni e procedure sono dimezzati e che gli oneri amministrativi e istruttori sono più bassi, si ritengono importanti delle precisazioni".

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"Nessuna difesa della burocrazia che atterrisce – dichiara Gregorio Pititto, segretario generale della CGIL di Reggio Calabria – Locri – Quella cioè che non parla con una voce univoca e che rimbalza da un ufficio all'altro, che accresce la sfiducia nello Stato e favorisce l'arte dei sotterfugi pur di eludere e arrangiarsi. Ma non va dimenticato il ruolo indispensabile della burocrazia, di garanzia dei diritti del cittadino: ossia un insieme di regole e procedimenti per dare certezze e negare privilegi. In una terra ad alto tasso di criminalità organizzata io mi preoccupo sì dell'efficienza della burocrazia, ma non certo del suo smantellamento; e per le identiche ragioni chiedo allo Stato un maggiore dispiegamento di risorse umane, economiche e culturali per bonificare Reggio e la Calabria dalla 'ndrangheta e controlli severi – di ispirazione necessariamente burocratica – affinché i "prenditori" di cui parla Nucera non possano nuovamente danneggiare la nostra terra. Una presenza quella 'ndranghetista che non può essere ignorata o anche solo sminuita anche a fronte delle numerose interdittive antimafia indirizzate ad imprese locali, a testimonianza del forte coinvolgimento delle organizzazioni criminali nei rapporti economici. L'economia criminale spesso, poi, è un tutt'uno con l'economia irregolare nei nostri territori. La Calabria svetta in testa alla classifica per l'incidenza del lavoro sommerso rispetto al Prodotto interno lordo (con un 9,9 per cento di lavoratori non dichiarati, privi di tutele previdenziali, assistenziali e contributive e per un valore di 5 miliardi e 200 milioni annui), confermandosi terra di sopraffazione e diritti negati. Ciò si traduce anche in insopportabili vantaggi competitivi per le imprese che "tagliano" illegalmente il costo del lavoro mettendo fuori mercato le aziende che operano a norma di legge, nonché in evasione fiscale e contributiva. E che dire – rincara Pititto – dei tanti dipendenti costretti dal bisogno di conservazione della propria occupazione per quanto povera e ingiusta, a restituire parte della propria retribuzione già contabilizzata al datore di lavoro? In questi luoghi di sfruttamento dello stato di bisogno il sindacato penetra difficilmente perché la paura e il ricatto fanno da padroni".

"Riguardo alla proposta di salari differenziati fra Nord e Sud – prosegue il segretario – richiamo Nucera innanzitutto ad un'onesta analisi sociale. Si può davvero valutare il potere d'acquisto dei lavoratori meridionali limitandosi alla cifra del valore nominale dei loro salari? Nel Sud oltre 2 milioni e mezzo di persone vivono in condizioni di povertà assoluta; il tasso di disoccupazione ufficiale (cioè un indice che non registra chi il lavoro non lo cerca più) si attesta al 19,4%, mentre quello giovanile supera spesso il 40%. Un salario, uno stipendio, una pensione, in tantissime famiglie, costituisce l'unica fonte di reddito che dà da vivere a vari disoccupati: quindi su cosa si baserebbe il potere d'acquisto vantaggioso per i meridionali? A ciò si aggiungono sperequazioni drammatiche nei servizi pubblici, che i cittadini meridionali patiscono a parità di pressione fiscale rispetto ai cittadini del resto d'Italia. Si tratta di disparità enormi che riguardano ogni ambito della vita sociale: scuola, sanità, trasporti, assistenza agli anziani".

E ancora: "I contratti collettivi nazionali sono la sorgente fondamentale di solidarietà fra i lavoratori. Fanno sì che i risultati salariali e normativi strappati in contesti lavorativi più forti e meglio organizzati, vengano goduti anche dai settori più deboli e marginali, che in genere si trovano in tante aree del Sud. Quei contratti che sono istituti di autentico valore costituzionale, servono proprio a fornire parità di salario a tutte le diverse categorie di lavoratori, svolgendo una funzione rilevantissima di coesione sociale, affinché nessuno sia lasciato indietro sul piano del reddito e delle condizioni di lavoro. Il compito insostituibile dei contratti nazionali, sul quale pare Nucera dissenta, è stato ribadito nel Patto della Fabbrica, l'accordo sulla contrattazione collettiva firmato da CGIL, CISL, UIL e Confindustria – prosegue Pititto -, che conferma i due livelli di contrattazione; che, inoltre, indica i criteri di calcolo degli aumenti salariali, introduce il Trattamento economico complessivo ed il Trattamento economico minimo. Tutto ovviamente su base nazionale. Viene, poi, introdotta la misura della rappresentatività anche per le imprese al fine di arginare il fenomeno degli accordi-pirata sottoscritti da organizzazioni scarsamente rappresentative, con condizioni normative ed economiche peggiorative rispetto ai contratti di settore. Il tutto, dunque, a danno di lavoratori e imprese "sane". Termino con un'ulteriore osservazione di matrice puramente economica: molto spesso già al Sud i salari sono più bassi che al Nord a causa di differenti o mancanti contratti decentrati integrativi. Non mi pare – conclude il segretario – che ciò abbia finora promosso l'occupazione nel Mezzogiorno. Su tutti questi temi Nucera dovrà attendersi una stagione "calda" perché la CGIL non arretrerà di un passo".

Qui l'intervista: Nucera (Confindustria): "Zes a rischio. Servono più soldi e sburocratizzazione". E lancia una "crociata" contro l'assenteismo e per il salario differenziato http://ildispaccio.it/primo-piano/176191-nucera-confindustria-zes-a-rischio-servono-piu-soldi-e-sburocratizzazione-e-lancia-una-crociata-contro-l-assenteismo-e-per-il-salario-differenziato