Quando il Carroccio disse di no a Raffa. E sui Rom che “purtroppo” dobbiamo tenerci qui in Italia, il coordinatore uscente della Lega dice che…

reggiocalabriasedelega600di Mario Meliadò - «Spero che Matteo Salvini venga presto a Reggio Calabria: non per la questione del mio incarico, ma perché è "uno di noi" e ha capacità d'ascolto, e per dare risposte alla città, che l'ha votato». Così Nuccio Recupero, fin qui coordinatore cittadino della Lega, nella sua conferenza stampa di ieri. Ed è chiaro che i "leghisti del Sud" sono tutti in fermento, vista la svolta governativa che poi ha portato a Palazzo Chigi gli adepti di Alberto da Giussano insieme ai pentastellati (leggi qui).

In questo contesto, s'inserisce il rammarico o comunque il ricordo di qualche "stop" recentemente dato all'ingresso nella Lega di alcuni politici locali in auge, in una sorta di "crisi di crescita" da governare con scrupolo. Nel racconto di Recupero, sarebbe stato bloccato persino l'adesione alla causa leghista dell'ex Presidente dell'Amministrazione provinciale Peppe Raffa e del suo gruppo: «Ma era una fase in cui con Salvini volevamo lavorare più all'interno, con gli attivisti della Lega, che all'esterno: per cui, ci sono state forze salviniane ferme e corrette che hanno detto "no", almeno in quel momento lì».

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D'accordo, ma l'ultima "sparata" di Salvini sui Rom in genere e su quelli che «purtroppo» dobbiamo tenerci in Italia? L'idea di una schedatura su base etnica (e non, come in passato proposto anche da forze di centrosinistra, un monitoraggio su numero delle presenze e caratteristiche degli insediamenti finalizzato alla fruizione "mirata" dell'offerta scolastica per i minori e di servizi sociali) ha fatto drizzare i capelli in testa a tanti libertari, anche all'interno del centrodestra...

«Mah, le comunità Rom di per sé, e lo sappiamo, è inutile nascondersi dietro un dito, costituiscono un problema sociale. C'è un problema sociale di difficile integrazione, e lo posssiamo vedere nella nostra stessa città – afferma Nuccio Recupero –. La giunta Scopelliti, ad esempio, toglie dal "208" quell'agglomerato di Rom che c'era, e vengono calati, ad Arghillà, divisi famiglia per famiglia, scala per scala. All'inizio questo discorso è andato bene... poi, sono arrivati i Rom di Gioia Tauro. All'arrivo di questo nuovo gruppo Rom, s'è creata come una contrapposizione tra loro "a chi era più bravo", a chi riuscisse a fare il taglieggiamento migliore... Quindi il rom, se non si integra, diventa un problema sociale: se si integra, per me va benissimo, se accetta le nostre regole di vita, per me va bene. Ma non condivido che vada a rubare le macchine, che faccia il "cavallo di ritorno", che faccia tutte queste cose criminose, così come non lo condivido per gli stranieri che vengono in Italia a delinquere. Se viene uno straniero dalla guerra, morto di fame purtroppo per lui e la sua famiglia, io dico: accogliamolo!, noi siamo per l'accoglienza. Ma dev'essere un'accoglienza organizzata, regolare».