“Se io sono associato alla masso-‘ndrangheta, perché il sindaco e il presidente della Regione li ha fatti Scopelliti?”

sarrascopelliti 500di Claudio Cordova - "Non c'è persona, di destra o di sinistra, che non sia andata a consultarsi nello studio dell'avvocato Paolo Romeo". Ad affermarlo nel corso del maxiprocesso "Gotha", è Alberto Sarra, già sottosegretario regionale, imputato perché considerato dalla Dda di Reggio Calabria uno strumento attraverso cui la masso-'ndrangheta avrebbe infiltrato le istituzioni.

Come è noto, già in sede di indagine, Sarra ha reso dichiarazioni ai pm antimafia reggini, cercando di scagionare se stesso ma, soprattutto, gettando pesanti ombre sul percorso politico del suo amico-nemico, Peppe Scopelliti, ex sindaco di Reggio Calabria ed ex presidente della Giunta Regionale, oggi condannato definitivamente per il "Caso Fallara".

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E l'ennesima udienza del suo esame, davanti al Collegio presieduto da Silvia Capone, non fa eccezione.

Sarra, infatti, rispondendo alle domande del pm Stefano Musolino ha ulteriormente allargato il campo dichiarativo, rispetto alla precedente udienza, interrotta anzitempo per la scomparsa del padre dello stesso Sarra. In quell'occasione, confrontandosi con il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, Sarra aveva tratteggiato la figura dell'avvocato ed ex parlamentare Paolo Romeo, considerato a capo della cupola massonica della 'ndrangheta: "Tra Romeo e Umberto Pirilli c'era un'amicizia fin dai tempi dell'università e quando Pirilli fu presidente della Provincia di Reggio Calabria, si consultava spesso con Romeo". L'ex europarlamentare di Alleanza Nazionale, Pirilli, sarebbe stato uno dei soggetti politici vicini a Romeo, come, per esempio, l'ex senatore Giuseppe Valentino, peraltro in anni in cui Valentino era sottosegretario di Stato alla Giustizia del Governo Berlusconi e membro dell'esecutivo nazionale di Forza Italia. Anche grazie a queste amicizie, Romeo avrebbe mantenuto, nel tempo, quel ruolo "baricentrico", di cui la Dda parla in uno dei capi di imputazione a suo carico: "Romeo era molto ascoltato perché gli si riconosceva la capacità di leggere i fatti politici e una grande lettura di prospettiva" aveva detto Sarra.

Già nella precedente udienza, Sarra aveva quindi tentato di dimostrare come dalle numerose intercettazioni telefoniche e ambientali si evincesse che Romeo non fosse un suo sostenitore, ma che, anzi, abbia remato contro la sua ascesa politica. Privilegiando, a detta di Sarra, il rivale Peppe Scopelliti, che comunque non è imputato nel processo "Gotha". Al pm Lombardo, Sarra aveva ricostruito la temperie politica della seconda elezione di Scopelliti a sindaco di Reggio Calabria, nel 2007: un anno prima, infatti, la Provincia di Reggio Calabria era stata "presa" dal centrosinistra di Giuseppe Morabito e a livello nazionale erano gli anni di Romano Prodi. Eppure, Scopelliti va in controtendenza: "Se Scopelliti vince col 70% in quel contesto politico, per me è un dato" aveva detto Sarra. Un concetto ribadito anche nell'udienza di oggi, dove l'ex sottosegretario regionale definisce quella di Lamberti, pesantemente sconfitto nel 2007, "non una candidatura a vincere".

Ma il racconto di Sarra va oltre, ricostruendo anche l'organigramma della sua squadra del tempo, tra cui il fedelissimo Franco Germanò, poi di fatto cooptato dal "Modello Reggio" pur non ricoprendo incarichi in Giunta: "La nomina di Germanò nella Recasi era un tentativo di Scopelliti di isolarmi anche all'interno della mia componente". E le parole di Sarra si fanno molto dure quando il pm Musolino vuole maggiore precisione circa i rapporti tra 'ndrangheta e politica: "Il sistema opaco non è mai schierato a prescindere" afferma Sarra, spiegando come la criminalità organizzata e i centri di potere si muovano, in maniera costante, per rimanere sempre al potere, a prescindere dalle (apparenti) bandiere politiche.

E quel "sistema opaco" avrebbe di fatto appoggiato Scopelliti. Un concetto che Sarra dice abbastanza chiaramente, sebbene le sue parole siano piuttosto infervorate: "Se io sono associato di Paolo Romeo e della 'ndrangheta, perché il sindaco e il presidente della Regione li fa Scopelliti?" chiede retoricamente in aula. A pesare, sarebbe stato non solo il sostegno di Romeo (che, sebbene stimasse maggiormente un competitor come Demetrio Naccari, alla fine avrebbe deciso di convergere su Scopelliti), ma anche il ruolo rivestito da Nino Fiume, ex killer della cosca De Stefano, ex fidanzato di Giorgia De Stefano (sorella di Peppe, Carmine, Dimitri) e oggi collaboratore di giustizia. Fiume ha dichiarato di aver appoggiato sotto il profilo elettorale Scopelliti: "E' chiaro – afferma Sarra – che Fiume non poteva muoversi autonomamente, ma che doveva avere il permesso della cosca De Stefano". Da qui, dunque, sarebbero scaturite le fortune di Scopelliti, come spiega Sarra, ricordando le elezioni regionali del 2000, allorquando nelle previsioni lui e Scopelliti sarebbero stati appaiati sotto il profilo del numero dei voti: "A 7 giorni dal voto il movimento di Fiume cambia tutto e io mi ritrovo, con sorpresa, con 4000 voti in meno rispetto a Scopelliti".