Klaus Davi: "Per Reggio ho un sogno, la mia sfida è raccontare questa città e portare opportunità per i giovani"

DAVI-KLAUS2"Non ci schiereremo con nessun partito, in questa fase storica questo vuole essere un percorso che raccoglie le istanze della società civile". Così Klaus Davi nel corso dell'incontro con la stampa a Reggio Calabria durante il quale ha parlato delle motivazioni che lo hanno spinto a presentare la sua candidatura a sindaco della città. "Ho già un'esperienza amministrativa solida a San Luca - ha detto Davi - dove ho l'87% delle presenze in Consiglio comunale pur essendo in minoranza. È anche un tentativo per salvare la politica, se si pensa ai nomi che vedo espressi dai partiti, Falcomatà ad esempio farebbe bene a non ripresentarsi viste le condizioni in cui riversa la città. Stanno circolando le immagini dell'immondizia proprio adesso che le persone stanno prenotando per agosto. Non è solo sua la responsabilità va detto, ma l'effetto è questo".

"Ho un sogno per questa città, - ha spiegato il massmediologo - è una città multiculturale, che ha accolto tutte le religioni, la città dell'accoglienza, la città di Gianni Versace: la mia sfida è raccontare questa città e portare delle opportunità per i giovani".

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"Reggio non è una delle tante città del Sud, è una capitale culturale: qui è stata stampato nel 1475 il primo Pentateuco al mondo, che adesso sta a Parma, se tornasse qui potrebbero crearsi opportunità anche dal punto di vista turistico"

Sui Bronzi Klaus Davi ha detto: "Così come il logo del Colosseo è stato venduto per 60 milioni di euro, perché noi non utilizziamo il logo dei Bronzi? Usiamo il logo per avere dei finanziamenti e valorizziamo i Bronzi per i reggini".

"Dialogo con tutti - ha sottolineato Davi parlando della propria posizione politica - "Non sono un sovranista perché sono figlio di immigrati, nato in Svizzera, accolto in Germania, in Belgio, in Lussemburgo". "Non vincerà - è stato il commento su Matteo Salvini - ma se la Lega sceglie di metterci la faccia a Reggio non è un cattivo segno perché vorrà dire che ai tavoli di Roma e Catanzaro li troverò con me a chiedere finanziamenti per questa terra, non potranno più sottrarsi". "Invece di andare a citofonare ai tunisini, andiamo a citofonare alla 'ndrangheta", ha detto Klaus Davi, riferendosi al gesto tanto discusso che fece il leader della Lega quando a Bologna andò a citofonare a casa di un ragazzo tunisino chiedendogli se fosse uno spacciatore.