Coronavirus, come sarà il nostro futuro?

Cosa cambierà dopo l'emergenza sanitaria da Covid-19? A chiarire molti aspetti è il noto Endocrinologo Dott. Domenico Tromba, Consigliere dell'Ordine dei Medici di Reggio Calabria, membro del CDA dell'Università degli Studi di Messina, Segretario dell'Ame Calabria (Associazione medici endocrinologi) che tanto si è interessato della diffusione del nuovo coronavirus e delle sue ricadute sulla salute dei cittadini. «Dovremo prepararci ad affrontare due fasi – esordisce il dr Domenico Tromba - la fase di passaggio e quella di trasformazione che determina come cambieranno le cose a lungo termine sia nel mondo del lavoro, dell'istruzione e in particolare nella sanità». «Il lavoro – evidenzia Tromba - è già cambiato ed è stato un primo mutamento forte ed immediato. Si è passati, velocemente, allo smart working ed allo svuotamento degli uffici. Questo cambiamento, però, a lungo andare, farà sì che il lavoro subisca degli stravolgimenti considerevoli anche dal punto di vista numerico tant'è che l'ONU stima che si rischia di perdere 25 milioni di posti di lavoro. Proprio, per questo, bisogna, a mio avviso, trovare altra e solerte soluzione al problema. Inoltre, per quanto riguarda l'istruzione e la scuola, è difficile dire oggi come cambierà. Tutto dipende dall'evoluzione del contagio. Io credo che dopo l'estate dovrà esserci una scuola a geometrie e geografie variabili, e cioè che apra solo se, quando e dove, ci saranno le condizioni per farlo e, appena si rende necessario, chiudere di nuovo». «Per quanto riguarda il futuro della sanità – aggiunge lo specialista - sebbene la pandemia da Covid-19 sia ancora in corso, volendo dare uno sguardo al futuro prossimo in campo sanitario, il sistema dovrà necessariamente essere rivisto in quanto non potrà continuare a girare intorno all'ospedale come perno principale ma servirà il supporto di altri due pilastri: una medicina territoriale organizzata, fatta di distretti, ambulatori, assistenza domiciliare, residenze sociosanitarie, che in alcune parti del Paese non esistono proprio o sono molto insufficienti; ed una buona assistenza domiciliare cioè tutto quello che può essere fatto a casa». Secondo il dr Tromba «anche il ruolo dei medici di medicina generale dovrà essere ripensato all'interno di un sistema come quello suddetto. Si dovrà puntare molto di più sulla telemedicina». «Già oggi i medici – puntualizza il noto endocrinologo reggino - si stanno coordinando tra loro per evitare contatti ravvicinati e hanno la possibilità di eseguire appuntamenti e visite con i pazienti che non richiedono indagini di persona. La telemedicina, coadiuvata con rilievi da fare a casa, cambierà il modo di erogare le future prestazioni sanitarie. In tale prospettiva sarà importante organizzare, in tutto il Paese, ospedali Covid in modo che i malati non rischino di infettare altri settori degli ospedali. Ma quello che più è importante per il Segretari dell'AME Calabria sono i cambiamenti che dovranno avvenire a livello europeo e mondiale nel mondo della sanità. A livello europeo c'è da chiedersi, per esempio, se ha senso l'attuale organizzazione, senza un vero e proprio Ministro della salute europeo che coordini le politiche sanitarie comunitarie.

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A livello mondiale bisognerebbe, invece, far sì che l'OMS abbia non solo potere normativo ma anche operativo specie per aiutare quegli stati più in ritardo. «Fino a che non avremo un vaccino o una cura risolutiva – conclude il dr Domenico Tromba - dovremo rispettare le attuali regole di distanziamento sociale e di protezione nell'accesso alle strutture sanitarie e a tutte le strutture pubbliche al fine di ridurre al minimo i rischi di propagazione dell'infezione».