Spirlì a Il Dispaccio: "Aumento dei contagi in Calabria? La Regione non ha potere decisionale". E sui vaccini: "Diamo una mano ai commissari"

spilinino-nuovadi Mariateresa Ripolo - «Sulla zona che sia rossa, arancione o gialla non abbiamo alcun potere decisionale». Lo afferma ai nostri microfoni il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, presente questa mattina a Locri durante l'incontro tra il viceministro alle Infrastrutture, Alessandro Morelli, e i sindaci dei Comuni della Locride.

Nella regione il Coronavirus avanza e i numeri sono in costante crescita: un dato che emerge dai bollettini giornalieri e confermato anche dalla bozza del report settimanale di monitoraggio Iss-Ministero della Salute, che vede la Calabria come unica regione "a rischio alto".

«Noi dobbiamo recepire i decreti governartivi con ordinanza regionale, questa è la prassi, ma non è la Regione Calabria né tantomeno il presidente della Giunta a stabilire quando la Calabria è rossa o arancione. Mandiamo i dati raccolti durante la settimana dalle Asp, che vengono comunicati direttamente al Ministero, e il Ministero stabilisce il colore di una regione».

«In caso di zona rossa non possiamo opporci», precisa inoltre Spirlì, contraddicendo, in un certo senso, se stesso. Il presidente facente funzioni, infatti, solo qualche giorno fa si era recato a Roma per «chiedere al Governo la fine delle chiusure». «Lo ripeto da mesi: non è concepibile tenere incarcerati dentro casa gli adulti e lasciare liberi in giro per paesi e città bambini, ragazzini e giovani studenti. I contagi delle ultime settimane confermano che i luoghi di contagio non escludono le scuole. Mentre, da mesi le attività commerciali, artigianali e industriali sono ferme. Inutilmente ferme. E, dunque, non responsabili di contagi», scriveva su Facebook il 6 aprile scorso. Ed effettivamente dopo la visita romana la regione è tornata in zona arancione, anche se fino all'ultimo, a causa della crescita dei contagi, era rimasta in bilico tra rosso e arancione.

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«Non è un fatto politico. La zona rossa, arancione o gialla viene stabilita sulla base di dati precisi che vengono elaborati dal CTS nazionale, è il ministro della salute a decidere su dati precisi e fondati. Non c'è possibilità di lettura politica o di opinione», afferma Spirlì che alla nostra domanda sulla visita a Roma per chiedere "la fine delle chiusure" (come da lui scritto), risponde invece: «Sono andato a Roma per parlare della situazione difficile della sanità calabrese che ha bisogno di essere aiutata più delle altre sanità. Noi abbiamo una sanità indebolita da trent'anni tra furti, piraterie e undici anni di commissariamento che non ha portato a niente. Parlo di dati di fatto».

«Tutto quello che è successo sulla stampa - tuona - e che tutti i mestatori di fango continuano a dire in giro "avete fatto questo, avete fatto quello, avete aperto, avete chiuso", sono falsità giornalistiche che adesso hanno stancato».

Anche il dato delle vaccinazioni anti-Covid in Calabria non è incoraggiante. La regione continua ad essere fanalino di coda con il 72.8% di dosi somministrate. «Stiamo andando avanti sempre dando una mano ai commissari nella gestione della campagna vaccinale. Abbiamo messo a disposizione la nostra Protezione civile e firmato negli ultimi mesi ben due protocolli d'intesa», afferma Spirlì.

Situazione critica a Cosenza. Intanto gli ospedali calabresi iniziano a risentire dell'aumento costante dei contagi (+433 oggi e altri 5 decessi), nel Cosentino in particolar modo la situazione degli ospedali continua a essere critica. In questi giorni un gruppo di cittadini ha anche occupato la sede dell'Asp chiedendo un incontro urgente con il Ministro della Salute, Roberto Speranza. E questa mattina alcuni manifestanti hanno protestato sul tetto della Cittadella di Catanzaro, sede della Regione Calabria. Un protesta che si aggiunge al sit-in a Roma davanti alla sede del ministero della Salute.

Ma per Spirlì né l'aumento dei contagi con i problemi che si ripercuotono sugli ospedali, né il ritardo nelle vaccinazioni, sono dirette responsabilità della Regione. «Diamo una mano d'aiuto», ripete il presidente facente funzioni parlando dell'organizzazione della campagna vaccinale: «La Sanità in Calabria è commissariata da undici anni».