Pillon al Dispaccio: "Reggina, gioca con coraggio. Spazio a Barillà"

pillondi Paolo Ficara - Undici partite al termine del campionato di Serie B. Sarà pur sempre un'esperienza più lunga rispetto a quella di quattro anni fa per Bepi Pillon, richiamato al capezzale di una Reggina che lotta ancora per la salvezza, ma nel frattempo ha cambiato categoria. Il quartultimo posto ed una sola vittoria nel girone di ritorno sono le eredità lasciate dalla gestione Dionigi, almeno in termini numerici. Alla vigilia della sua prima partita, in trasferta contro l'Ascoli, mister Pillon si è intrattenuto telefonicamente col Dispaccio ma si è ben guardato dallo svelare le proprie mosse.

Mancano undici gare al termine, cosa le ha chiesto la società?
Chiaramente di raggiungere la salvezza, questo è il nostro obiettivo. Ci sono le possibilità per farlo.

La Reggina è stata rinforzata a gennaio, ma ha vinto solo una partita dopo il calciomercato. Cosa sta bloccando questa squadra?
Quando succede questo è anche un fattore psicologico, mentale. La squadra gioca con ansia e timore. Deve abbandonare le preoccupazioni, giocando con coraggio e come sa. Le qualità ci sono. Vogliamo cominciare a farlo da martedì.

Ci ricordiamo un Pillon stratega della difesa a 4. Quella è una base da cui ripartire, oppure l'organico offre altre soluzioni?
In questo momento stiamo lavorando su tale aspetto. Bisogna mettere le basi per la partita che dobbiamo fare. Deciderò all'ultimo come affrontare la gara, e la relativa disposizione in campo.

Barillà forse è l'unico giocatore che ritrova, rispetto alla sua precedente esperienza.
Sì, è l'unico che è rimasto. L'ho sempre utilizzato, in quel periodo andava molto bene. Ha parecchie chance di scendere in campo.

Che caratteristiche ha sviluppato Barillà in carriera? Che ruoli può svolgere?
Può ricoprire diversi ruoli, sia da centrocampista che da laterale sinistro. Nel 4-4-2 può essere l'esterno alto a sinistra, oppure il quinto sempre da quel lato. Può giocare anche in mezzo al campo, ha facilità di corsa e contrasto. È uno che non molla mai.

Sarno potrebbe partire dalla fascia destra?
Potrebbe essere adatto. È un giocatore che ha qualità, è un fantasista. Sa giocare a calcio, mi aspetto molto anche da lui.

I portieri come li ha trovati dal punto di vista mentale?
Un po' tutta la squadra è giù di morale, è normale quando si arriva da un periodo negativo. Adesso col lavoro e stando assieme, si ritrova un pizzico di serenità in più. Il ritiro sta facendo bene, è un momento caratterizzato da situazione negative. Bisogna stare tranquilli, come ho detto prima le nostre possibilità sono tante.

Ha notato se c'è qualche giocatore che prova a trascinare i compagni, anche durante l'allenamento?
Colucci e Di Michele, ma anche lo stesso Rizzato, hanno questa personalità per dare una mano ai giovani. Allo stesso tempo, nella gestione della partita possono essere importanti. L'esperienza non gli manca, punto molto su di loro.

Conosce molto bene la piazza di Ascoli, da cui le sono piovute critiche per quell'episodio di fair-play che favorì la Reggina.
Sì, conosco bene Ascoli, ho fatto tre anni splendidi. Lì ho vinto un campionato di C, poi in B abbiamo fatto bene. Sono andato via, poi sono tornato quell'anno a fine novembre. Dopo quella partita con la Reggina, abbiamo fatto un grandissimo campionato. Siamo arrivati ottavi, andando vicino ai play-off.

Zaza è il pericolo pubblico numero uno?
È un ottimo giocatore, lo stanno seguendo molte squadre di Serie A. Giocarci contro sarà fastidioso, ma ci stiamo preparando anche per questo.

Ha accolto con sorpresa la chiamata di Foti, dopo quattro anni?
Onestamente è stata una piacevole sorpresa. Non me l'aspettavo, ma sono molto contento che mi abbia chiamato. Vuol dire che ho lasciato qualcosa, pur rimanendo poco. Il rispetto della persona e del lavoro che ho portato, ha fatto sì che mi abbia ridato fiducia. In quel periodo sono stato molto sfortunato, certe partite in cui meritavamo di vincere le abbiamo perse. Il calcio è fatto di episodi e di risultati, le cose sono andate così. Adesso sono qua, è un'altra storia. La cosa principale per tutti, per me, voi, la città, i calciatori e la società, è di raggiungere la salvezza. È troppo importante.

Qualcuno addirittura (Nevio Orlandi, ndr), alla fine di quell'annata, pur di scansare le proprie responsabilità attribuì la colpa della retrocessione a quelle sue quattro partite.
Non ho mai risposto. Non sono mai andato in cerca di polemiche, anche quando sono andato via da Reggio. So com'è il calcio, so che a volte funziona anche così. Quando sono su un posto di lavoro, cerco di dare il massimo della professionalità, svolgendo il lavoro con impegno, dedizione, serietà e concentrazione. Le chiacchiere le lascio agli altri.