A Crotone convegno Aiga su impatto nuovi metodi digitali sul sistema della Giustizia

Un algoritmo per "calcolare", anche in funzione predittiva, l'esito di una causa basandosi sugli argomenti dedotti dalle parti, garantendo cosi' una giustizia maggiormente prevedibile e per questo piu' efficiente e meno costosa per il sistema Paese, senza per questo rinunciare all'autonomia di giudizio del singolo giudice. L'impatto che i nuovi metodi, matematici e digitali possono avere sul sistema della Giustizia e' stato al centro del confronto svoltosi nel Palazzo di Giustizia di Crotone, promosso dall'Ordine degli Avvocati e dall'Associazione italiana giovani avvocati (Aiga). Ha introdotto i lavori il presidente dell'Aiga Alberto Vermiglio, che ha sottolineato le potenzialita' e la necessita' di corretta informazione degli addetti ai lavori. Per il presidente del Coa Giuseppe Gallo "l'importanza dell'argomento ha sollecitato un aperto dibattito tra gli operatori del diritto relativamente a una materia interdisciplinare innovativa nel panorama giuridico italiano e comunitario: la giustizia predittiva e l'interpretazione della legge con modelli matematici. Caterina Trocino, presidente della sezione Aiga di Crotone ha evidenziato "il momento di confronto e riflessione sui profili giudiziari e amministrativi che potranno svilupparsi dalla diffusione di una diversa metodica interpretativa".

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Il riferimento, e' scritto in una nota, e' all'algoritmo interpretativo della legge, studiato e realizzato da Luigi Viola, autore del volume "Interpretazione della legge con modelli matematici" e direttore scientifico di DirittoAvanzato, che ha illustrato il funzionamento del metodo a vantaggio degli operatori del diritto, avvocati innanzitutto, e anche magistrati. "L'algoritmo interpretativo - ha detto Viola - lungi dall'idea di poter sostituire l'attivita' interpretativa del giudice, puo' diventare uno strumento integrativo e di supporto dell'attivita' del giurista; la certezza giuridica e' un valore fondamentale anche per l'economia e puo' essere raggiunta solo tramite l'ausilio delle scienze esatte, pur senza farne un'applicazione automatizzata e generalizzata, salvaguardando le singole specificita'; ad esempio, nell'ambito del diritto di famiglia, gli algoritmi non devono entrare". Viola, citando sentenze gia' adottate, ha quindi dimostrato due evenienze. La prima, e' scritto nella nota, "e' l'esistenza di contrasti giurisprudenziali che provocano sulla stessa fattispecie decisioni difformi e dunque un impatto sul principio di uguaglianza. La seconda riguarda la forza predittiva dell'algoritmo interpretativo. Viola ha illustrato alcuni dei test prodotti su fattispecie sottoposte alla Corte di Cassazione, il cui risultato ha anticipato la successiva decisione giudiziale in materia di risarcimento da danno tanatologico, di contratti monofirma con intermediari, di usura sopravvenuta e di danni punitivi".