Il gran rifiuto di Giuseppe Bombino alle trame di Paolo Romeo

bombinogiuseppenuova600di Claudio Cordova - Da abile tessitore quale è sempre stato, l'avvocato Paolo Romeo guardava oltre. Oltre il periodo politico contingente, oltre le attuali cariche, oltre le dinamiche e le gerarchie politiche. Oltre. E aveva già in mente chi potesse essere un nome spendibile, dietro cui celare i propri interessi. A raccontarlo agli inquirenti è il professor Giuseppe Bombino, attuale presidente del Parco Nazionale d'Aspromonte: le sue dichiarazioni sono entrate nel procedimento "Gotha", che vede alla sbarra la masso-'ndrangheta reggina, che sarebbe governata proprio dall'ex parlamentare Paolo Romeo.

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Bombino pochi giorni dopo l'esecuzione dell'arresto nei confronti di Romeo si è recato spontaneamente dai Carabinieri e ha raccontato alcuni episodi vissuti in prima persona, che lo avrebbero portato a contatto con Paolo Romeo, negli anni in cui questi tentava di condizionare nuovamente la vita pubblica reggina. I fatti si incastrano attorno al 2016, quando è in discussione il "Piano strategico Reggio Nord 2020", redatto in vista della nascita della CittàMetropolitana di Reggio Calabria ed avente ad oggetto lavalorizzazione di territori reggini delle Vallate del Gallicoe del Catona. Un documento che, sebbene sponsorizzato da alcuni soggetti a lui vicini (tra gli altri, l'ex consigliere regionale Giuseppe Giordano), sarebbe stato una creazione totale di Paolo Romeo, da sempre egemone sui territori di Gallico e Catona. In qualità di Presidente dell'Ente Parco Nazionale d'Aspromonte, nel mese di marzo 2016, Bombino partecipa ad una riunione, convocata presso la sede del GALBATIR, alla quale avevano preso parte, tra gli altri, Antonio Alvaro, presidente del GALBATIR, Francesco Malara, Sindaco di Santo Stefano d'Aspromonte, Giuseppe Giordano, Pietro Currò, Maurizio Malaspina e Santo Monorchio (sindaco di Bagaladi e suocero del sindaco Giuseppe Falcomatà). E Paolo Romeo, appunto.

Agli inquirenti, Bombino racconta che al termine del dibattito era stato avvicinato da Paolo Romeoil quale, dopo alcune lusinghe per l'operato nel ruolo di Presidente dell'Ente Parco Nazionale d'Aspromonte, gli aveva prospettato la possibilità di ricoprire - grazie al suo appoggio - la carica di Sindaco Metropolitano di Reggio Calabria. Bombino spiega di essere stato «preso sotto braccio dall'avvocato Romeo» - che in quella occasione incontrava «per la prima volta» - il quale, dopo avergli fatto «dei complimenti ...disse "visto che ... stavo lavorando bene nel ruolo ... di Presidente di Parco Nazionale d'Aspromonte ...che sono una persona spendibile una delle poche persone spendibili eh.. che quindi sono ...ho acquisito una certa visibilità eh.. sul territorio ...mi chiedeva un mio possibile interesse eh.. per occupare un ruolo nella Città Metropolitana"... ruolo per ...per come ha condotto il ragionamento vi era quasi un'investitura ad una candidatura a Sindaco per la Città Metropolitana". Romeo avrebbe lasciato intendere a Bombino che «poteva determinare l'esito di un mio possibile interessamento»37, dicendogli «testualmente»: «lei professore si si sta molto evidenziando sta lavorando bene io la seguo peraltro oggi non ci sono persone spendibili ma lei ha uhm.. insomma si sta accreditando eccetera eccetera ma in proiezione in questa situazione lei sarebbe il possibile candidato»". Pertanto, quello di Romeo «era un ragionamento in proiezione... verso la Città Metropolitana». Dunque Romeo, se Bombino avesse «avuto questa ambizione», «avrebbe potuto determinarne l'esito... di carattere politico cioè in proiezione politica di se... cioè è come se». Stando al racconto di Bombino ai Carabinieri, Romeo «si proponeva come persona in grado di esaudirlo quindi come persona che avrebbe ...determinato la mia... il mio successo elettorale ...se avessi avuto... questa ambizione». Sul punto Bombinotorna anche nel corso di un successivo interrogatorio, precisando che Paolo Romeo gli aveva riferito - sempre in merito al discorso sulla candidatura per la città Metropolitana - di avere la «... capacità di muovere uomini e cose» lasciandogli intendere, come detto, «che avrebbe potuto determinare gli esiti di una competizione elettorale». Bombino a questa proposta risponde con «una frase di circostanza», limitandosi a ringraziare Romeo «per i complimenti... un poco esagerati» e chiarendogli che - essendo «docente ...ricercatore universitario e che quindi aldilà di questa parentesi» relativa alla presidenza del Parco nazionale d'Aspromonte - la sua aspirazione era quella «di rientrare a pieno nel ruolo» per «completare la ...carriera universitaria».

Niente male come primo incontro.

Romeo usa, come sempre, le sue armi: l'intelligenza e la dialettica, il "savoir faire" per tentare di blandire il proprio interlocutore. Ma, stando a quanto raccontato agli inquirenti da Bombino, l'atteggiamento assunto dall'ex parlamentare condannato per concorso esterno in associazione mafiosa in quella circostanza lo aveva «infastidito» e «turbato», «tant'è che ritornando a casa» aveva riferito a suo padre, della «riunione» e che durante la stessa aveva «incontrato un tale ...Paolo Romeo che» gli era «sembrato un genio». Di fronte a quest'affermazione il padre del professor Bombino si sarebbe «pietrificato» e avrebbe chiesto a suo figlio se sapesse «chi è questo» Paolo Romeo, ottenendo risposta negativa – «no veramente no papà lo vedo per la prima volta quindi non so chi sia». Da qui la definizione: «E' un sovversivo eh..vedi che ha avuto anche problemi perché era eh.. eracollegato eh.. alla ndrangheta».