Castello Aragonese e malaburocrazia: la denuncia dell'imprenditore Siclari

Reggio Calabria - Castello aragoneseRiceviamo e pubblichiamo la lettera con cui Francesco Siclari, amministratore unico della "Siclari Agostino costruzioni generali s.r.l.", rende pubblica la vicenda che vede l'impresa edile in questione in attesa di una somma pari ad oltre 350 mila euro dal Comune di Reggio Calabria per i lavori di ristrutturazione del Castello Aragonese.

 "A noi non pagano gli stipendi e dovremmo liquidare a voi i mandati di pagamento?". È questa la sconcertante risposta che mi sono sentito dare in un ufficio comunale, quando mi sono recato per sollecitare per l'ennesima volta la corresponsione di quanto dovuto alla mia impresa.                                                                                                                                                                                               La ditta "Siclari Agostino costruzioni generali s.r.l.", che io guido, dal 2010 ha avviato i lavori (oggi sospesi) per rendere nuovamente fruibile il castello aragonese. È stato un appalto caratterizzato da molteplici problemi di ordine burocratico. La mancata erogazione dei fondi che erano stati stanziati, pur a fronte di opere che sono state regolarmente eseguite e rendicontate, ci ha creato enormi difficoltà di carattere finanziario. Siamo stati costretti a licenziare dodici operai, abbiamo anticipato ingenti somme per completare le opere previste e per l'acquisto delle particolari attrezzature necessarie, ci siamo dovuti esporre con le banche, a cui non interessa nulla dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. Oltre a tutto questo, ci siamo ritrovati con un potenziale aziendale ridotto perché costretti a tener fermi impianti di cantiere e gru che avremmo potuto utilizzare in altri lavori.

Il Comune ci è debitore, solo per quest'opera, di oltre 350mila euro. È vero che la Regione, come pubblicato questa mattina dalla stampa locale, ha reperito i fondi necessari. Diamo atto al presidente Scopelliti di aver recepito le nostre istanze e di aver sollecitato il trasferimento di questa somma, vincolata da un accordo di programma quadro, alla tesoreria comunale. Ma quando il finanziamento è arrivato dalle parti di Palazzo San Giorgio per noi sono cominciati i nuovi problemi. La burocrazia certamente non è l'unico male della città, ma non c'è alcun dubbio che sia uno dei più gravi. Mi sono recato per una settimana, ogni giorno, al Comune per ricevere dai dirigenti e funzionari competenti delle risposte precise sul pagamento delle spettanze, che – tengo a precisare – non riguardano il futuro, bensì lavori che risalgono ormai a un anno e due mesi fa. Mi hanno riferito diverse volte notizie parziali e fuorvianti, sostenendo che quei 350mila euro non erano ancora arrivati, salvo poi recarmi presso la tesoreria e apprendere che le cose stavano diametralmente all'opposto.
Mi rendo conto che il Comune sta attraversando un momento difficilissimo. Sono vicino e solidale ai dipendenti dell'ente e a quelli delle società miste che, in questi giorni, hanno intrapreso azioni di lotta a tutela del loro lavoro e dei pagamenti a loro dovuti. Ma gli stipendi dei dipendenti della mia impresa non sono meno importanti degli altri. Quelle somme, che ci spettano di diritto, sono vitali per  consentire all'azienda di andare avanti. Sentire per di più delle risposte di pessimo gusto da parte di chi lavora negli uffici comunali non è certo una prova di professionalità e di serietà. Ritengo che i commissari prefettizi non siano al corrente di questa situazione. E dopo una settimana di attese e vane promesse, ho ritenuto di rendere di pubblico dominio questa vicenda, che è emblematica dei problemi che le imprese edili della provincia di Reggio Calabria sono quotidianamente costrette ad affrontare.

Mi auguro che – come promesso da più parti – finalmente la mia impresa possa esercitare il diritto a ricevere quanto le spetta. Per quanto mi riguarda, il tempo delle chiacchiere è finito".