La lettera. Vicenda PEO: “Si incida sui responsabili del disastro economico nella gestione del Comune di Reggio Calabria”

reggio palazzosangiorgioDa una lettrice riceviamo e pubblichiamo integralmente una lunga lettera, scritta sulla base di dati tecnico-giuridici, circa la sospensione degli effetti dei contratti decentrati integrativi a far data dal 1999, regolanti la Progressione Economica Orizzontale per i dipendenti dell'Amministrazione comunale di Reggio Calabria:

Si porta doverosamente all'attenzione di chi legge la sconcertante vicenda che ha coinvolto ingiustamente ed inopinatamente i dipendenti del Comune di Reggio Calabria. Nell'anno 2011, a seguito dell'ispezione disposta dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, venivano rilevati ben 22 punti di criticità all'atto della verifica delle spese dell'Ente, tra i quali figurava quello per gli emolumenti destinati al personale dipendente non dirigenziale. In particolare, si eccepiva la liceità sia dell'istituzione del fondo per l'erogazione della P.E.O. ( Fondo per il finanziamento delle Politiche di sviluppo Risorse Umane e Produttività), sia i successivi criteri di assegnazione della stessa tra i dipendenti.

Tale eccezione si articolava sulle ravvisate gravi irregolarità nella costituzione del Fondo per le risorse decentrate, in quanto gli incrementi apportati risultavano in violazione delle norme previste nel vigente C.C.N.L.

Inoltre, da parte degli Ispettori, si ravvisava l'assenza di criteri selettivi e meritocratici per l'erogazione della P.E.O.

La risultante di tali irregolarità avrebbe come conseguenza la nullità della clausole difformi e dunque la cessazione dei benefici economici erogati al personale, così come stabilito dall'Ordinanza del Tribunale di Reggio Calabria, Sez. Lavoro, nel procedimento n. 794/2013, avente ad oggetto il ricorso ex artt. 414 e 700 c.p.c., proposto dalla Commissione straordinaria contro le OO.SS. Detta sentenza accoglie la domanda cautelare volta ad ottenere la sospensione degli effetti dei contratti decentrati integrativi a far data dal 1999, regolanti la Progressione Economica Orizzontale per i dipendenti del Comune di Reggio Calabria e costituisce – triste primato – il primo caso in Italia, nonché un presumibile "strumentale" precedente per abbattere i redditi da lavoro di chissà quante altre pubbliche Amministrazioni.
Paradossalmente, tale beneficio economico attinente un fondo specificamente istituito per i dipendenti, veniva preso a pretesto da una ben individuata parte politica come elemento concorrente allo stato di disavanzo economico del Comune di R.C. Ciò, d'altronde, ben si adatta al cosiddetto "modello Reggio" che, nel suo disegno di infinita arroganza e dispregio delle regole ed i cui effetti sono evidenti a chicchessia, ha guadagnato la ribalta delle cronache giudiziarie.

Tutto ciò nonostante che le risorse al fine destinate ed erogate ai dipendenti dopo valutazione di merito a cura dei dirigenti dei Settori di riferimento, fossero state preventivamente approvate e stanziate in bilancio a cura della parte pubblica, che ne aveva dettati i limiti e ne aveva segnalato gli importi disponibili (con formale approvazione della delegazione trattante di parte sindacale), nonché fosse stata effettuata successiva verifica delle condizioni di regolarità e di copertura economica a cura dei Revisori dei Conti e conclusiva Deliberazione di Giunta comunale e invio all'ARAN di quanto deliberato.

Innanzi a tale evidente responsabilità dell'Ente Locale e dei suoi delegati trattanti, ad oggi siamo di fronte all'assurdità ed alla "stravagante" contraddizione di una Amministrazione che adisce l'A.G., in opposizione a se stessa, riconoscendo esplicitamente le gravi colpe dei propri delegati trattanti e degli incaricati Organi preposti al controllo.

Tralasciando al momento il senso di incredulità e gli inevitabili interrogativi che sorgono sulle motivazioni di un Ente locale che ricorre in giudizio contro se stesso, a distanza di oltre 13 anni, in ordine a benefici erogati ai dipendenti, va osservato che, in atto, oltre duemila soggetti vedono compromessa gravemente la loro condizione economica, con un ingiusto danno dalle conseguenze imprevedibili, posto che il Giudice ha determinato che le somme in questione risultavano eccedenti rispetto ai limiti imposti dai CC.NN.LL. susseguitisi e dalla legge finanziaria del 2007.

Anche la Corte dei Conti, con le deliberazioni n. 68 e n. 294 dell'anno 2012, aveva confermato le gravi irregolarità eccepite dagli ispettori del M.E.F.; in particolare, la deliberazione n. 68 afferma la mancata approvazione del rendiconto gestionale del Comune per l'esercizio 2010, con perdurante violazione del disposto dell'art. 227 del T.U.E.L., che imponeva il termine entro il 30 aprile dell'anno successivo, senza che il Comune avesse provveduto a giustificare il ritardo di oltre un anno rispetto ai termini perentori.
In un simile quadro desolante di omissioni, violazioni e ritardi, non sorprende il fatto che il Giudice, alla pag. 21 dell'ordinanza, pur avendo riconosciuto l'emergere univoco di " gravi, diffuse, ripetute irregolarità, criticità, esposizioni di risultati amministrativi non veritieri, mancato rispetto delle disposizioni normative in materia di contenimento delle spese per il personale" ed altro, pare non abbia, almeno a tutt'ora (posto che a fine di giugno decorreranno i 90 gg. perentori dall'acquisizione della notizia di reato), provveduto a denunciare quanto ravvisato alla Procura della Corte dei Conti, ovverosia il falso in bilancio, per l'esercizio del 2010, prodotto dalla Giunta comunale, sciolta dal Ministro degli Interni per "contiguità mafiosa" e presieduta dal Sindaco Demetrio Arena, oggi "promosso" Assessore alle Attività Produttive alla Regione Calabria.

Per quanto narrato e per la pericolosità delle ripercussioni che potrebbero concretizzarsi a danno dei dipendenti comunali di Reggio Calabria, vittime a volte passive di un sistema gestionale a dir poco allegro, se non incompetente, si auspica un efficace intervento parlamentare finalizzato ad influire sul Governo affinché questa vicenda possa risolversi con la giusta salvaguardia della dignità funzionale dei dipendenti, e che piuttosto si incida sui responsabili del disastro economico nella gestione del Comune di Reggio Calabria, personaggi d'altra parte ben noti e migrati ad ben più alte sfere....e non solo a quelle celesti!

Non sottovalutiamo che una tale decurtazione retributiva non solo innescherebbe certamente un effetto moltiplicatore negativo per tutta l'economia locale, già al collasso, ma potrebbe costituire il pretesto per veicolare un'esportazione dei deleteri effetti del famigerato e arrogante "modello Reggio" , che altro non è stato che modello, deplorevole, di malgoverno, misteriosi "suicidi" e scelte arbitrarie, dove si firmava di tutto, ma a propria insaputa.

Loredana Azzarelli