Palmi (RC), chiesti 21 anni di carcere ciascuno per i familiari-carnefici di Maria Concetta Cacciola

creazzogiuseppeIl procuratore capo di Palmi, Giuseppe Creazzo (nella foto), ha chiesto la condanna a ventuno anni di carcere ciascuno nei confronti dei genitori e del fratello di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia suicidatasi nel 2011. I tre, Michele e Giuseppe Cacciola, 55 e 32 anni, e Anna Rosalba Lazzaro (49), sono accusati di maltrattamenti in famiglia seguiti da suicidio e violenza per costringere la donna a ritrattare e quindi a commettere falsa testimonianza e favoreggiamento. Le richieste sono state formulate dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, dopo gli interventi dei sostituti Giulia Masci e Francesco Ponzetta al cospetto della Corte d'Assise di Palmi: la giovane Maria Concetta Cacciola aveva deciso di collaborare con il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti, nonostante non fosse mai stata indagata. Il marito di Maria Concetta Cacciola e' Salvatore Figliuzzi, attualmente detenuto per scontare una condanna ad otto anni di reclusione per associazione di tipo mafioso. Maria Concetta Cacciola, dopo avere iniziato a testimoniare, era stata trasferita in una localita' protetta, dove era rimasta fino al 10 agosto del 2010, quando decise di tornare a Rosarno per riabbracciare i figli rimasti a casa dei nonni in attesa del perfezionamento delle pratiche per il loro trasferimento nella sede protetta. A distanza di qualche giorno, il 20 agosto, la donna si tolse la vita ingerendo acido muriatico.