Reggio, noto commerciante sorpreso a sottrarre 30 milioni di euro al Fisco. Secondo indiscrezioni, After Fashion ancora nei guai

reggio afterfashionVetrine sfavillanti, capi di alta moda a prezzi da capogiro, un flusso di clienti di tutto rispetto e dichiarazioni dei redditi che indicavano ricavi zero: sono stati questi gli elementi che hanno portato la Guardia di Finanza di Reggio Calabria dopo oltre sei mesi di accertamenti a scoprire una evasione fiscale pari a 30 milioni di euro perpetrata attraverso la "sistematica, omessa dichiarazione dei ricavi effettivamente conseguiti da parte di tre società" facenti capo a una "storica famiglia di commercianti reggini" che secondo alcune fonti sarebbe da individuare nei Marino, storici proprietari del negozio After Fashion.

Le indagini hanno preso le mosse nello scorso dicembre quando, in occasione di un semplice controllo in materia di scontrini e ricevute fiscali, la lente dei finanzieri si è rivolta verso la posizione fiscale di tre prestigiosi negozi di abbigliamento ed accessori ubicati lungo il principale corso cittadino, meta per eccellenza dello shopping natalizio.

I successivi approfondimenti permettevano di appurare che i tre prestigiosi negozi, uno dei quali con punti vendita anche a Taormina e Riccione, erano riconducibili ad un unico nucleo familiare che li gestiva attraverso tre distinte società a responsabilità limitata.

Queste ultime, a partire dal 2007, avevano regolarmente operato pur omettendo di versare tutte le imposte dovute.
Le società sono risultate intestate alla moglie ed ai due figli del cinquantottenne Ugo Marino - commerciante molto noto negli ambienti reggini risultato essere, nei fatti, l'effettivo dominus di tutte e tre le società. La figura di Marino, peraltro, emerge, senza che mai l'imprenditore finisca nel registro degli indagati, in alcune inchieste giudiziarie, tra cui quella "Meta": Marino, infatti, è ritenuto dai pm un soggetto assai vicino al boss Pasquale Condello, il "Supremo".

La verifica fiscale prontamente avviata per ricostruire l'intero ammontare dei ricavi evasi ha visto i finanzieri procedere all'attento esame delle scritture contabili in uso alle società salvo poi procedere, attesa anche la scarsa attendibilità delle stesse, a mirate indagini finanziarie rivolte nei confronti di tutti i componenti del nucleo familiare.

Esaminando i flussi finanziari in entrata ed in uscita sui conti correnti personali ed aziendali, le fiamme gialle hanno ricostruito una base imponibile sottratta a tassazione pari a oltre 30 milioni di euro cui si collega un'evasione IVA superiore ai 4 milioni di euro.Tutti i componenti del nucleo familiare sono stati segnalati all'Autorità Giudiziaria per i reati di evasione fiscale e sottrazione/occultamento delle scritture contabili obbligatorie e le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Luca Miceli della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, sono tuttora in corso.