Reggio, vicenda Parco Caserta: le precisazioni della Paideia

letteraDall'avvocato Avv. Roberta Mazzulla riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota relativa alla decisione del Tar di Reggio Calabria con riferimento alla struttura del "Parco Caserta" di Reggio Calabria:

Egr. Direttore,nella qualità di difensore della Paideia Sportiva Dilettantistica srl e del sig. Giuseppe Giacomo Calabrò, all'esito dell'articolo dell'8.11 us. ore 19:11, apparso sul quotidiano on line, di cui Lei è il Responsabile, Le rappresento quanto appresso.Vero è che il TAR di Reggio Calabria, all'esito della udienza camerale del 6.11.2013, ha rigettato l'istanza cautelare avanzata dalla "Paideia". E' tuttavia altrettanto vero che il Giudice Amministrativo, dopo aver dato conto delle «plurime e rilevanti precisazioni fatte nell'interesse della parte ricorrente su tutti gli elementi posti a base dell'informativa», ha individuato quale unico dato ostativo alla sospensione dell'efficacia dell'interdittiva la presenza nel contesto societario, all'atto dell'adozione dell'interdittiva, di due soggetti coinvolti in delicate vicende giudiziarie, tratti in arresto nell'ambito del procedimento cd. "Astrea". Trattasi dei due soci di minoranza della "Paideia" rispetto ai quali il sig. Giuseppe Giacomo Calabrò, preso atto delle vicende giudiziarie sopra indicate, ben prima che il Prefetto adottasse l'interdittiva, ha avviato un complesso iter, funzionale ad ottenerne l'allontanamento dalla compagine societaria. Un iter sfociato nel recesso di uno dei due soci, motivato in ragione della necessità di non nuocere all'immagine della "Paideia" e nell'instaurazione ad opera del sig. Calabrò di un procedimento civile innanzi al Tribunale di Catanzaro, teso all'allontanamento coattivo dell'altro socio. Diversamente da quanto capziosamente riferito nell'articolo da Lei pubblicato, quindi, nessun riferimento è contenuto nell'ordinanza del TAR alle insinuazioni operate dalla Prefettura in ordine ad un possibile coinvolgimento del sig. Calabrò in contesti 'ndranghetistici. Tali insinuazioni sono state avanzate dal Prefetto sulla base delle false dichiarazioni rese, nell'anno 2008, da un pentito nel corso di un interrogatorio e trasfuse nell'ordinanza di applicazione di misura cautelare adottata nell'ambito del procedimento penale denominato "Astrea". Ebbene tali dichiarazioni non sono state considerate attendibili dagli inquirenti, tant'è che il sig. Giuseppe Giacomo Calabrò, diversamente da quanto suggestivamente fatto intendere con l'articolo che qui si contesta, all'esito delle indagini, evidentemente già concluse, non è stato ad alcun titolo coinvolto nel procedimento penale cd. Astrea.L'affermazione contenuta nell'articolo secondo cui "Lo stabile, composto da palestre, piscine e pista di pattinaggio verrà chiuso sulla scorta degli accertamenti messi nero su bianco nell'indagine "Archi-Astrea", che svelerà i contatti dell'imprenditore Giuseppe Giacomo Calabrò con alcuni esponenti della 'ndrangheta e, nella fattispecie della cosca De Stefano" è, quindi, inesatta, non veritiera, palesemente suggestiva e, come tale, altamente lesiva dell'onore e della reputazione del sig. Giuseppe Giacomo Calabrò (oltre che dell'immagine della Paideia Sportiva Dilettantistica srl). A ciò si aggiunge che le insinuazioni operate dalla Prefettura sul conto del Sig. Giuseppe Giacomo Calabrò a cagione delle false dichiarazioni del pentito, sono state fermamente e documentalmente confutate nell'ambito del giudizio amministrativo instaurato innanzi al TAR. A comprova della assoluta pregnanza delle precise e puntuali confutazioni operate dal legale rappresentante della Paideia, si evidenzia che lo stesso Tribunale Amministrativo, sia pur respingendo l'istanza cautelare, sulla scorta dell'unico elemento costituito dalla persistenza nella compagine sociale di un soggetto gravato da pregiudizi penali, ha chiarito come rimangono ferme le ulteriori valutazioni che dovranno essere espresse dalla Prefettura a conclusione del procedimento di riesame attivato, nell'agosto del 2013, su impulso della "Paideia", invitando, inoltre il Prefetto a disporre l'eventuale audizione personale del sig. Giuseppe Giacomo Calabrò, così come da quest'ultimo più volte, ma fin qui purtroppo invano, richiesto.Tanto premesso la invito a voler rettificare, immediatamente, nei termini sopra esposti, l'articolo sopra citato, ferma restando la valutazione del sig. Giuseppe Giacomo Calabrò di adire le vie legali per la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti fin qui lesi.

Nota del direttore:

Per corretto diritto di replica abbiamo scelto di pubblicare integralmente la nota inviataci. Prendiamo atto delle precisazioni dell'avvocato Mazzulla e precisiamo di non aver mai affermato nell'articolo citato (e in nessun altro) la circostanza secondo cui il sig. Calabrò sia mai stato indagato per alcun tipo di reato. Ci siamo limitati a dire - e questo mi sembra pacifico - che l'indagine "Archi-Astrea" avrà al proprio interno alcuni contatti imprenditoriali in cui figura il nome del sig. Calabrò (peraltro recentemente sviscerati in alcune udienze pubbliche nei Tribunali di Reggio Calabria). Contatti che - e lo ribadiamo ancora - non sono stati considerati di alcuna rilevanza penale. Per deontologia professionale abbiamo comunque provveduto a integrare l'articolo in questione con le precisazioni giunte: http://www.ildispaccio.it/reggio-calabria/31923-reggio-il-tar-da-torto-alla-paideia-il-parco-caserta-resta-chiuso